Antica dimora San Rocco

Dimora San Rocco
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4 borghi medievali da non perdere vicino Pitigliano

  1. Bolsena 35 minuti 30 Km
  2. Scansano 50 minuti 42 km
  3. Civita di Bagnoregio 50 minuti 42 km
  4. Orvieto 1 ora 50 km
  1. Bolsena (VT) “la città dei miracoli” 30 km da Pitigliano, 35 minuti d’automobile

Bolsena, certificata con la Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, si trova nella Tuscia laziale, a metà strada tra Pitigliano e Viterbo.

È adagiata sulle sponde del lago vulcanico più grande d’Europa, il Lago di Bolsena, formatosi oltre 300.000 anni fa in seguito al collasso di alcuni vulcani appartenenti alla catena dei monti Volsini.

La città deve la propria fama di essere “città dei miracoli” a due eventi sovrannaturali: il primo risale al 292, agli albori del cristianesimo, quando Santa Cristina fu gettata da suo padre nel lago con una pietra al collo perché affogasse, ma la pietra miracolosamente galleggiò e portò in salvo la fanciulla sulla riva.

Su quella stessa riva, mille anni dopo, si verificò il secondo prodigio, quando, nel 1263, sgorgarono gocce di sangue da un’ostia spezzata durante una messa.

Fu in seguito a questo miracolo eucaristico che Papa Urbano IV istituì la Festa del Corpus Domini, oggi celebrata in tutto il mondo cristiano con infiorate e processioni.

Bolsena, tra ortensie, paesaggi da cartolina e acque limpide, è una cittadina tranquilla con un lungolago animato da fontane, tavolini da caffè, distese di prati e di alberi ombrosi.

Meritano una visita il quartiere medievale del Castello e la Rocca Monaldeschi della Cervara, eretta nel XII secolo a scopo difensivo da papa Adriano IV. All’interno della rocca è possibile visitare: il Museo Territoriale del Lago di Bolsena – che, attraverso reperti archeologici e pannelli didattici, illustra la formazione del bacino vulcanico del lago dalla preistoria alla conquista romana – e L’Acquario di Bolsena, un acquario d’acqua dolce che ospita circa trenta specie tra pesci, anfibi e crostacei, provenienti dai fiumi e dai laghi limitrofi.

Dal quartiere medievale del Castello, percorrendo la caratteristica via delle Piagge, si arriva al Borgo e alla piazza di S. Rocco con la caratteristica fontana cinquecentesca fatta costruire da Giovanni De’ Medici, poi papa Leone X. Da visitare, inoltre, la Basilica di Santa Cristina e la Cappella del Miracolo (XVII secolo), il cui altare custodisce le pietre macchiate di sangue del Miracolo Eucaristico del 1263.

Bolsena , il castello medievale

2. Scansano (GR) la patria del Morellino 42Km da Pitigliano, 50 minuti d’automobile

 

Noto per essere la patria del Morellino di Scansano, il vino rosso DOCG prodotto nella zona, l’omonimo borgo sorge nell’entroterra collinare maremmano, in una posizione che regala al visitatore panorami mozzafiato.

Il sito archeologico di Ghiaccio Forte e gli insediamenti di Aia Nova e Scrina di Porco, situati nei dintorni del borgo, testimoniano come questo territorio fosse abitato già ai tempi degli Etruschi e dei Romani.

Nel corso dei secoli la zona è stata controllata prima dagli Aldobrandeschi, poi dai conti di Santa Fiora, per poi passare sotto il controllo dei Granduca di Lorena.

Sono loro, nel XVIII secolo, a istituire la cosiddetta “Estatatura”, ossia il trasferimento a Scansano, da giugno a ottobre, di tutti gli uffici pubblici di Grosseto con tutti i funzionari e le loro famiglie, per sfuggire alla malaria.

La scelta di Scansano come vicecapoluogo di provincia veniva dettata dalla posizione strategica del centro, posizione che lo rendeva sia un borgo di grande salubrità (dove la malaria non arrivava) e sia un luogo facilmente raggiungibile da ogni altra località. Le famiglie benestanti, durante l’Estatatura, arrivavano a Scansano con carrozze trainate per lo più da Morelli, cavalli dal manto tutto nero molto utilizzati nella zona della Maremma: da questa usanza nasce il nome del Morellino di Scansano.

Il centro storico si gira a piedi perdendosi nelle sue caratteristiche viuzze e piazzette. Durante la passeggiata incontrerete diversi edifici di epoca medioevale, come il Palazzo Vaccarecci, l’antico Ospedale dei Pellegrini e la chiesa di San Giovanni Battista, che espone la celebre Madonna dell’Uccellino, attribuita alla bottega di Andrea Della Robbia.

In piazza del Pretorio troverete il quattrocentesco Palazzo Pretorio che, tra il XVIII e il XIX secolo, era la sede degli uffici pubblici grossetani durante l’Estatatura e che oggi ospita il Museo Archeologico e della Vite e del Vino.

Visitato tutto il borgo, una degustazione è d’obbligo.

A Scansano e nei dintorni troverete enoteche e cantine sempre aperte per degustare il Morellino di Scansano. Tra tutte le cantine presenti, merita sicuramente una visita la Cantina Vignaioli del Morellino di Scansano, che, con i suoi 170 membri per 700 ettari di vigneti, si offre come punto di riferimento nella Maremma toscana per produzione, qualità e sostenibilità ambientale. La cantina offre visite guidate e degustazioni, durante le quali si racconta la storia della cantina, si spiega come si produce il Morellino e si visitano i luoghi di produzione con la suggestiva bottaia.

Scansano

3. Civita di Bagnoregio (VT)   “la città che muore” 42 km da Pitigliano 50 minuti d’automobile

 

Da Pitigliano bastano 50 minuti di automobile per raggiungere Civita di Bagnoregio, uno dei borghi più suggestivi, particolari e fiabeschi della Tuscia viterbese.

Questo magico, surreale, fantastico, piccolissimo centro (scoprirete che gli aggettivi per descriverlo non sono mai troppi) è situato sulla sommità di un’altura di tufo e di argilla rossa ed è raggiungibile unicamente a piedi, percorrendo il ponte pedonale sospeso nel vuoto. Dal ponte, godrete di uno dei panorami più spettacolari di tutto il Lazio.

È stato lo scrittore Bonaventura Tecchi a chiamarla, per primo, la “città che muore”, riferendosi allo spopolamento avvenuto nel corso del tempo in seguito al crollo progressivo delle pareti perimetrali del borgo. Purtroppo, infatti, proprio quelle caratteristiche geologiche che rendono Civita un borgo così suggestivo, hanno determinato il sopraggiungere di un alto rischio di crollo dei vasti banchi d’argilla e di tufo che la sorreggono, in quanto soggetti a continua erosione.

Gli stessi Etruschi, che la fondarono circa 2500 anni fa, dovevano essere a conoscenza delle precarie condizioni geologiche dell’area, viste le numerose opere di consolidamento di cui si fecero promotori, le cui testimonianze sono giunte fino a noi.

Quando sia gli Etruschi che i Romani persero il controllo di questo territorio, l’abbandono fu tale da portare a un rapido degrado, a un vero e proprio “sgretolamento” di Civita, tanto da convincere tutti i suoi abitanti a lasciare il borgo.

Cosa vedere a Civita di Bagnoregio? Una volta superato il ponte sospeso e varcata la Porta di Santa Maria, nell’addentrarvi nel piccolo borgo, non cercate subito di visitare qualcosa: passeggiate, percorrete vie e vicoletti, entrate in contatto con l’atmosfera di Civita, scoprite le antiche botteghe, i balconi pieni di fiori, percorrete le scalette, ammirate i palazzi nobiliari delle famiglie dei Colesanti, dei Bocca e degli Alemanni, contemplate i punti panoramici.

Nella piazza principale di Civita di Bagnoregio si affacciano la Cattedrale e il Museo Geologico e delle Frane.

La Cattedrale di San Donato è un magnifico esempio di architettura cinquecentesca viterbese e custodisce al suo interno un affresco della scuola del Perugino e il Santissimo crocifisso ligneo quattrocentesco, della scuola di Donatello.

Il Museo Geologico e delle Frane illustra l’evoluzione e la geologia del territorio di Civita di Bagnoregio e della Valle dei Calanchi, i processi di instabilità in atto sui versanti, le opere di monitoraggio e di stabilizzazione, le frane storiche, la storia e la lotta di Civita per la sua sopravvivenza.

Veduta di Civita di Bagnoregio

4. Orvieto (TR)   “Urbs Vetus” 50 km da Pitigliano 1 ora d’automobile

 

La posizione strategica di cui gode Pitigliano, al confine tra Toscana, Lazio e Umbria, vi offre l’opportunità di un full immersion nella natura e nella storia dei borghi antichi del centro Italia, anche non appartenenti amministrativamente all’area della Maremma, ma con una grandissima somiglianza storica, paesaggistica e geologica.

È questo il caso di Orvieto, il piccolo borgo dell’Umbria abbarbicato su una scogliera tufacea di origine vulcanica. In questo luogo ricco di storia il tufo è onnipresente nell’architettura degli edifici della città, in una fusione perfetta tra roccia e scenografia urbana.

Tra gli edifici più rappresentativi vi è senza dubbio il Duomo di Orvieto, annoverato tra le più belle cattedrali d’Italia e del mondo. La sua edificazione fu voluta da Papa Urbano IV nel 1290, allo scopo di dare una degna collocazione al Corporale del “Miracolo del Sangue”, avvenuto a Bolsena qualche anno prima. A colpire il visitatore è la sua magnifica facciata che, annoverata tra le massime realizzazioni artistiche del tardo Medioevo italiano, costituisce un unicum che non può essere annoverato in nessuna classificazione di stile. Al suo interno è possibile ammirare la bellezza della cappella di San Brizio, o cappella Nova, completata da Luca Signorelli.

Ma, oltre al Duomo, Orvieto è famosa per lo storico Pozzo di San Patrizio, un capolavoro di ingegneria costruito da Antonio da Sangallo il Giovane tra il 1527 e il 1537 per volere del papa Clemente VII, realizzato per fornire acqua in caso di calamità o assedio. Scendendo lungo i gradini del Pozzo di San Patrizio, per oltre 50 metri, e salendo per 47 metri le scale che portano alla sommità della Torre del Moro, si percorre uno dei cammini più suggestivi d’Italia.

Infine è d’obbligo una visita ai Sotterranei di Orvieto: un labirinto di caverne scavate nel sottosuolo svela le storie e le tradizioni di questo affascinante borgo. I siti ufficiali per la visita del sottosuolo orvietano sono 2: Orvieto Undeground, che si trova in piazza Duomo proprio vicino al punto informazioni, e Pozzo della cava, il pozzo più antico di Orvieto accanto al quale è possibile seguire un percorso con la visita di una cisterna etrusca.

Veduta di Orvieto