Le vie cave etrusche
e Vie Cave sono tunnel a cielo aperto scavati dagli Etruschi intorno al V secolo a.C. nella roccia tufacea della vasta necropoli di Pitigliano, Sovana e Sorano. Si tratta di vere e proprie opere megalitiche, monumenti geo-archeologici ciclopici, con pareti alte fino a 30 metri, lunghe da poche centinaia di metri a 1 chilometro, Camminare lungo questi sentieri significa addentrarsi nella città dei morti scendendo letteralmente nelle viscere della madre-terra, in una sorta di ponte surreale e straniante tra la vita e la morte.
Quando per la prima volta ci si avvicina a questi ambienti, solitamente si rimane molto colpiti dal loro aspetto, e le sensazioni che si possono provare oscillano tra il sublime e l'inquietante, tra la gioia e la frustazione, ed è quasi impossibile dimenticare che ci troviamo dentro una Necropoli, la città dei morti, e che proprio per questo la Via Cava ci infonde nell'anima la sensazione di essere idealmente a cavallo tra la Vita e la Morte, in una sorta di ponte surreale e fantastico.
Carlo Rosati, Gli Etruschi e le Vie Cave
Sappiamo che le Vie Cave non furono costruite lungo canali naturali preesistenti ma sono scavi totalmente artificiali. Ci si potrebbe chiedere come sia possibile, per una popolazione antica come quella degli etruschi, riuscire a scavare nella roccia un’infrastruttura così grandiosa senza avere a disposizione alcun mezzo meccanico: la risposta è nelle caratteristiche della roccia.
Ci troviamo in un territorio nel quale le eruzioni dell’antico vulcano di Bolsena, millenni orsono, hanno lasciato un sottosuolo costituito in gran parte da tufo. E in questa parte della Maremma, in particolare, la presenza del tufo è talmente importante da caratterizzarne l’intero ambiente geologico, scolpirne il paesaggio, determinarne la geomorfologia, fino a caratterizzarne persino l’attività di viticoltura.
Il tufo è una roccia piroclastica tenera, friabile e facilmente lavorabile, pertanto anche in epoca precristiana era possibile scavarlo utilizzando tecniche antiche.
Secondo la maggior parte dei ricercatori queste “tagliate” sono state realizzate usando una tecnica di scavo di origine egizia, secondo la quale si inserivano dei grossi cunei di legno all’interno di fori precedentemente scavati nella roccia e poi si riempivano d’acqua. L’effetto di rigonfiamento del legno faceva saltare un pezzo di roccia creando dei tagli sui quali poi si lavorava di piccone.
Nonostante l’impegno degli studiosi, ancora oggi è impossibile dare una motivazione certa del perché siano state costruite. Le ipotesi sulla loro reale funzione sono plurime: canali per convogliare le acque piovane dai pianori alle valli, semplici vie di comunicazione, passaggi strategici studiati contro i nemici, sentieri cerimoniali, strade di collegamento tra tombe e così via…
Le Vie Cave sono alcune decine. Potete visitarle tutte oppure dirigervi verso le più iconiche. Le più affascinanti sono: il Cavone, la Via Cava di San Sebastiano, la Via Cava di San Rocco e la Via Cava dei Fratenuti.
- IL CAVONE DI SOVANA (1000 metri)
Tra tutte le vie cave, questa si contraddistingue per la sua imponenza: è larga dai 2 ai 4 metri – infatti ci passerebbe un’automobile – con pareti a strapiombo alte oltre 20 metri la cui grandiosità geologica incute sbalordimento, incredulità e, a tratti, anche inquietudine. Lo scavo del Cavone consta di almeno 40mila tonnellate di tufo, scavate sostanzialmente a mano con i mezzi a disposizione dell’epoca etrusca.
Sono numerosi i segni rimasti a indicare la perpetuazione della sacralità del sito fino a tutta l’epoca medievale: all’inizio della via, in alto, troviamo un romitorio rupestre, ricavato in alcune grotte etrusche, con una nicchia medioevale scolpita sulla parete alla base del romitorio, che conserva un’immagine della Madonna.
A metà percorso, sulla parete di roccia, troviamo un’iscrizione in caratteri etruschi, affiancata da un’imponente svastica: la svastica, simbolo di centralità e del moto rotatorio attorno ad un centro (emblema del movimento del sole nel cielo) è in evidente analogia con l’iscrizione che riporta la parola Vertne, che si riferisce a Voltumna o Veltha, divinità ctonia etrusca della terra, responsabile anche dell’alternarsi delle stagioni. Possiamo quindi interpretare queste iscrizioni come simbologie legate all’essere e al divenire, all’alternanza tra cielo e terra, tra vita e morte.
- VIA CAVA DI SAN SEBASTIANO (1300 metri)
Si trova nel Secondo Settore della Necropoli di Sovana. Questo settore comprende la Chiesa di San Sebastiano, la Tomba della Sirena, le Tombe a Semidado e la Via Cava di San Sebastiano.
Lungo la via cava, scavati nel tufo, possiamo cogliere i tagli per lo scolo delle acque e i cosiddetti “scacciadiavoli”, ovvero tabernacoli medievali con immagini sacre che servivano a proteggere i viandanti dal diavolo che, secondo la tradizione popolare, spesso vagava in queste zone.
- VIA CAVA DI SAN ROCCO (500 metri)
Questa tortuosa via cava mette in comunicazione il borgo castellano di Sorano con l’insediamento rupestre di San Rocco, che si trova in magnifica posizione panoramica sopra il fiume Lente. La via cava di San Rocco si offre al visitatore come un’esibizione maestosa dell’architettura rupestre “per sottrazione”, con spettacolari curve a gomito, opere di imbrigliamento delle acque nella canaletta centrale e nei canali laterali e scacciadiavoli scolpiti nella roccia.
- VIA CAVA DI FRATENUTI (1500 metri)
Parte da Pitigliano, lungo la Strada Provinciale del Pian della Madonna, nel fondovalle verso Sovana. Per poterla visitare è necessario guadare il fiume Lente, o, in alternativa, si può passare dall’ingresso della via cava di San Giuseppe girando a sinistra, nei pressi del cartello che indica la fine della via cava stessa.
È questa una delle più belle vie cave di tutta l’Etruria, affascinante e suggestiva, con pareti alte oltre i 10 metri di altezza e con un sentiero stretto stretto.